Fase 2 Covid-19: quale ripartenza?
Ripartenza: un impatto strutturale
Il Coronavirus di certo ha cambiato e cambierà profondamente l’organizzazione del mondo del lavoro. Logiche come quelle dell’home office o dello smart working che fino ad ora sembravano impensabili per molte attività del territorio italiano, oggi per forza di cose sono divenute realtà. Ora che ci stiamo sempre più avvicinando alla così detta “Fase 2” cosa ci dobbiamo aspettare? Una recente ricerca di Aidp aveva già da tempo rilevato che il 56% dei manager ritenevano che la crisi da Coronavirus determinasse delle pesanti ricadute pesanti causate dalla chiusura forzata di molte attività. Ma, dall’altra parte, il tessuto italiano ne dovrà uscire, in termini d’organizzazione, diverso. Vediamo come sarà possibile nei paragrafi successivi:
1) Riorganizzare gli spazi
Laddove lo smart working non sia l’unica misura, nella Fase 2 gli spazi andranno necessariamente ripensati: si dovrà tenere conto di norme di comportamento atte a tutelare la sicurezza di tutti i lavoratori. Lo smart working dovrà perdurare per evitare assembramenti e sovraffollamenti di strutture aziendali talvolta fin troppo ristrette in nome del tanto fu di moda “open space”.
La stesse zone mensa e coffee breack andranno rimodulate scaglionando gli accessi del personale, distribuendo probabilmente suppellettili personali (bicchieri, tazzine del caffè, etc.) o mono uso.
La vera sfida della fase 2 in azienda: mantenere il distanziamento sociale, aumentando l’inclusione delle persone. Si pensi al valore della riunione faccia a faccia con il proprio team, o più semplicemente la chiaccherata in pausa sigaretta nei locali preposti, come non eliminarli pur mantenendo la sicurezza?
2) Rafforzare gli investimenti in tecnologie per la sicurezza ed in infrastrutture informatiche.
Ecco quindi che sarà fondamentale rafforzare gli investimenti in infrastrutture informatiche e in tecnologie deputate alla sicurezza.
Oggi infatti la tecnologia ci viene ancora incontro: ci sono molte soluzioni che le nostre aziende stanno mettendo in piedi per il Social Distancing (qui il link della soluzione EgoPro di Ame per il Social Distancing) che permettono di contare le persone in entrata ed in uscita dalle strutture aziendali in tempo reale, bloccare l’accesso se si superano i limiti di persone interne per evitare sovraffollamenti, capire quali sono le aree aziendali che determinano maggiori assembramenti e permettere agli HR Manager di stabilire norme e/o dispositivi per assicurare la distanza di sicurezza, e molto altro ancora.
3) Tutelare la salute fisica… e psicologica del personale!
Infine ansia, paura e incertezze sulle nuove modalità di lavoro, potranno farla da padrone su molte persone più sensibili al tema della salute. La sfida degli HR Manager sarà allora mettere a disposizione, oltre a quelli per la tutela della salute fisica del dipendente, anche supporti per il suo benessere psicologico. Non è infatti banale ripensare alla propria vita con sentimenti di paura e incertezza per la salute, ridefinire nuovi equilibri vita-lavoro, utilizzare nuovi strumenti e al contempo rilanciare il business aziendale. Tutto ciò richiede una canalizzazione positiva delle proprie energie e potrebbe essere necessario supportare in tal senso i dipendenti perché possano contribuire con fiducia alla ridefinizione del modello di business e al suo totale rilancio.